A MORATTI (POVERO INTERTRISTE)
C´é Moratti poveretto con un pezzo di cartone che nascosto sul balcone accarezza lo scudetto.
Sta passando un torpedone con la coppa e le bandiere sono tutte rossonere su c´é il Milan giá campione. E con questa son giá sette sono fatti non pugnette le tue sono sempre due gli anni son quarantadue. D´improvviso uno stendardo: “Che c´é scritto?”. Ora guardo ecco un fremito, un sussulto é terribile l´insulto. L´onestone ora si é offeso lo scudetto é vilipeso batte i pugni, grida e urla non gli é andata giú la burla. Gli si chieda presto scusa “dell´insulto non si abusa” dice irato il presidente dimostrandosi furente. Ma dimentica il tapino che nel derby cittadino coi suoi bei comportamenti non ci ha poi fatto contenti. Da perfetto nerazzurro da magnifico buzzurro si é lasciato un poco andare cominciando ad insultare. Mentre vince sul piú bello con il gesto dell´ombrello a fan´culo ci ha mandato a Ronaldo lo ha insultato anche merde ci ha chiamato e neanche si é scusato. Quindi ora cosa vuoi se ad offendere siam noi. Taci, piglia e porta a casa questa innocua nostra offesa visto che non puoi parlare né lezioni ci puoi dare. Ti abbiam chiesto giá perdono scusa un po’ la supponenza, sai qual é la differenza tra le squadre di Milano? Tu le scuse giá ce l´hai a noi non le hai fatte mai, io festeggio con gli inglesi tu festeggi coi senesi. Con noi ora sei arrabbiato ritenendoti insultato per un pó di goliardia piglia, ciapa e porta via. Peró in fondo ti capisco ed un pó ti compatisco. Ti sentivi giá il migliore. Non avevi alcun sentore. Riportata su la testa eri pronto per la festa ma crudele fu il destino che ci mise lo zampino. Tutto cambia all´improvviso dalla sera alla mattina su dai, facci un bel sorriso sei tornato a pecorina. Su, da bravo, presidente sei tornato ai tuoi livelli coi tuoi gesti degli ombrelli di magnifico perdente. Vogliam farci perdonare per la frase un pó scurrile e vogliam rettificare quella scritta tanto ostile. In maniera piú educata affinché sia cosa grata. Ti diciamo: “Lo scudetto te lo metti su nel retto”
Sta passando un torpedone con la coppa e le bandiere sono tutte rossonere su c´é il Milan giá campione. E con questa son giá sette sono fatti non pugnette le tue sono sempre due gli anni son quarantadue. D´improvviso uno stendardo: “Che c´é scritto?”. Ora guardo ecco un fremito, un sussulto é terribile l´insulto. L´onestone ora si é offeso lo scudetto é vilipeso batte i pugni, grida e urla non gli é andata giú la burla. Gli si chieda presto scusa “dell´insulto non si abusa” dice irato il presidente dimostrandosi furente. Ma dimentica il tapino che nel derby cittadino coi suoi bei comportamenti non ci ha poi fatto contenti. Da perfetto nerazzurro da magnifico buzzurro si é lasciato un poco andare cominciando ad insultare. Mentre vince sul piú bello con il gesto dell´ombrello a fan´culo ci ha mandato a Ronaldo lo ha insultato anche merde ci ha chiamato e neanche si é scusato. Quindi ora cosa vuoi se ad offendere siam noi. Taci, piglia e porta a casa questa innocua nostra offesa visto che non puoi parlare né lezioni ci puoi dare. Ti abbiam chiesto giá perdono scusa un po’ la supponenza, sai qual é la differenza tra le squadre di Milano? Tu le scuse giá ce l´hai a noi non le hai fatte mai, io festeggio con gli inglesi tu festeggi coi senesi. Con noi ora sei arrabbiato ritenendoti insultato per un pó di goliardia piglia, ciapa e porta via. Peró in fondo ti capisco ed un pó ti compatisco. Ti sentivi giá il migliore. Non avevi alcun sentore. Riportata su la testa eri pronto per la festa ma crudele fu il destino che ci mise lo zampino. Tutto cambia all´improvviso dalla sera alla mattina su dai, facci un bel sorriso sei tornato a pecorina. Su, da bravo, presidente sei tornato ai tuoi livelli coi tuoi gesti degli ombrelli di magnifico perdente. Vogliam farci perdonare per la frase un pó scurrile e vogliam rettificare quella scritta tanto ostile. In maniera piú educata affinché sia cosa grata. Ti diciamo: “Lo scudetto te lo metti su nel retto”